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		Il Consiglio 
	direttivo dell'Ente Parco auspica una rapida conclusione dell'iter 
	istitutivo del Parco archeologico
 
		IL CONSIGLIO DIRETTIVO 
		PREMESSO che a) l’art. 
				114 della legge 23 dicembre, n. 388, esprime l’esigenza di 
				conservare e valorizzare gli antichi siti di escavazione e i 
				beni di rilevante testimonianza storica, culturale e ambientale 
				connessi con l’attività estrattiva, dettando norme per 
				l’istituzione e la gestione del Parco archeologico delle Alpi 
				Apuane;
 b) l’iter 
				istitutivo dello stesso Parco ha visto l’espressione 
				della necessaria intesa di legge da parte della Regione Toscana, 
				previa acquisizione del preventivo parere favorevole dei Comuni 
				interessati, con deliberazione del Consiglio Regionale n. 23 del 
				12 febbraio 2003;
 
 TENUTO CONTO che, dopo quest’ultimo 
				atto amministrativo, non è stato compiuto nessun ulteriore passo 
				in avanti sulla via dell’istituzione del Parco archeologico 
				delle Alpi Apuane, poiché il precedente Ministro 
				dell’Ambiente – in diverse occasioni – si è detto 
				impossibilitato alla firma conclusiva, sia per i limiti e la 
				laconicità delle norme contenute nell’art. 114 della legge n. 
				388/2000, sia per carenze tecnico-giuridiche della bozza del 
				decreto istitutivo del Parco archeologico stesso;
 
 VERIFICATO che lo stesso art. 114 
				prevede l’istituzione, con modalità simili di altri tre parchi 
				minerari e archeominerari, così come i rispettivi decreti 
				istitutivi – regolarmente firmati dal precedente Ministro 
				dell’Ambiente – sono del tutto simili alla bozza predisposta per 
				il Parco archeologico delle Alpi Apuane;
 
 EVIDENZIATO il comportamento 
				contraddittorio del precedente Ministro dell’Ambiente che ha 
				impedito l’istituzione del Parco archeologico delle Alpi 
				Apuane e non ha quindi consentito la conservazione e la 
				valorizzazione di siti e beni, di elevato valore storico e 
				paesaggistico, lasciandoli in una condizione di potenziale 
				pericolo di distruzione, poiché spesso contigui ad attività di 
				trasformazione estrattiva in atto;
 
 CONSIDERATO che il ruolo e le 
				funzioni affidate all’Ente Parco Regionale delle Alpi Apuane 
				dalla bozza di decreto istitutivo, nonché la sua presenza nel 
				medesimo territorio in cui si pongono gran parte dei siti e dei 
				beni individuati per il Parco archeologico, sono la 
				migliore garanzia:
 a) di 
				una finalizzazione massiva delle risorse economiche statali ad 
				interventi tangibili di conservazione e valorizzazione del 
				Parco archeologico, senza dispersione finanziaria rilevante 
				in spese correnti di funzionamento, poiché l’Ente Parco si è 
				impegnato ad assicurare proprie strutture e mezzi;
 b) del 
				riversamento nel Parco archeologico di un’esperienza 
				amministrativa ultraventennale, di una capacità di 
				pianificazione territoriale e di un corretto e rispettoso 
				rapporto con gli enti locali e con la Regione Toscana, evitando 
				gli errori consueti di approccio politico-istituzionale di 
				soggetti di neo-formazione;
 c) di 
				una gestione provvisoria del Parco archeologico, 
				necessaria per la fase statutaria, che non richiede né obbliga 
				ad “introdurre nuovi organismi” e che può fruire delle 
				conoscenze e competenze dell’Ente Parco, non solo in relazione 
				alla realtà ambientale e paesaggistica, ma pure nello specifico 
				gestionale dei diversi siti estrattivi sottoposti alle proprie 
				competenze autorizzative e di controllo dalla normativa 
				regionale di settore;
 
 EVIDENZIATO che i punti appena sopra 
				indicati costituiscono oggettive e rilevanti differenze in 
				positivo a vantaggio del Parco archeologico delle Alpi Apuane, 
				rispetto alle situazioni degli altri tre parchi minerari e archeominerari previsti e già istituiti attraverso l’art. 114 
				della legge 388/2000, di modo che eventuali difetti e storture 
				manifestatesi in quei contesti, non necessariamente avrebbero 
				modo di riproporsi nell’ambito delle Alpi Apuane, stanti le 
				diverse e più favorevoli condizioni di partenza del caso in 
				specie;
 
		AUSPICA 
		che il Ministro dell’Ambiente 
				sottoscriva rapidamente la bozza conosciuta del decreto 
				istitutivo del Parco archeologico delle Alpi Apuane, con 
				le sole modifiche ed integrazioni richieste dalla Regione 
				Toscana nell’atto di approvazione dell’intesa prevista dall’art. 
				114 della legge 388/2000, non avendo nulla da obbiettare a 
				variazioni, di natura puramente tecnica, che non comportino un 
				nuovo iter, soprattutto se intese a rafforzare il ruolo del 
				Parco Regionale delle Alpi Apuane, stimando comunque la 
				necessità di dare attuazione ad uno strumento fondamentale di 
				conservazione e valorizzazione di beni ambientali e culturali 
				altrimenti destinati ad una distruzione certa quanto rapida.
 (31 ottobre 2006)
 
 
 
		Il Ministro 
	dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, interessato all'istituzione del Parco 
	archeologico delle Alpi Apuane
 L'On.le Cordoni vi legge l'impegno del Governo alla 
	realizzazione del Parco
 
 Mercoledì 4 ottobre, il Sottosegretario Gianni Piatti ha 
					fornito la seguente risposta scritta:
 "In merito all'interrogazione 5-00185 degli Onorevoli 
					Cordoni e Mariani riguardo alla mancata istituzione del 
					Parco Archeologico delle Alpi Apuane, riferisco che il 
					procedimento istitutivo finora svolto è correttamente 
					riportato nel testo dell'interrogazione cui si risponde.
 In particolare, la Direzione Protezione della Natura del 
					Ministero che rappresento, avendo provveduto ad effettuare 
					le modifiche allo schema di decreto proposte dalla Regione 
					Toscana lo aveva sottoposto alla firma del Ministro pro 
					tempore.
 Comunque, a seguito dell'interrogazione di cui si discute, è 
					stata predisposta, da parte dell'attuale Ministro, una 
					attenta verifica degli atti al fine di pervenire rapidamente 
					alla istituzione del parco, rappresentando che è di 
					particolare interesse del Ministro stesso vedere finalmente 
					conclusa questa annosa vicenda".
 Nella replica, Elena Emma Cordoni (Ulivo) "auspica che il 
					decreto istitutivo del Parco archeologico delle Alpi Apuane 
					sia approvato in tempi rapidi, considerato che si registra 
					un consenso sul testo e che dovrebbe mancare solo la firma 
					del ministro per il perfezionamento dell'iter dell'atto. In 
					tal senso, la risposta del Governo deve essere letta come un 
					impegno alla realizzazione del Parco, allo scopo di operare 
					per il recupero del patrimonio storico del territorio. Al 
					riguardo, fa presente che la mancata istituzione del Parco 
					rischia di far perdere un patrimonio importante di 
					conoscenze, con riguardo alla metodologia per l'estrazione 
					dalle cave, ripercuotendosi negativamente sulle comunità 
					locali e sui soggetti economici interessati.
 Nell'augurarsi, quindi, che il decreto istitutivo possa 
					essere firmato e pubblicato al più presto, ricorda che tale 
					provvedimento era già previsto nella legge finanziaria per 
					il 2001 e che la sua definitiva approvazione darebbe un 
					segnale politico importante per il territorio".
 
 (10 ottobre 2006)
 
 
					
					Risposta 
					all'nterpellanza parlamentare n. 201251
 del Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio, 
					On.le Altero Matteoli
 
 L'articolo 114, commi 15 e 16, 
					della legge n. 388 del 2000, ha previsto, per conservare e 
					valorizzare gli antichi siti di escavazione e i beni di 
					rilevante testimonianza storica, culturale e ambientale 
					connessi con l'attività estrattiva, l'istituzione del Parco 
					archeologico delle Alpi Apuane con decreto del Ministro per 
					i beni e le attività culturali, la regione Toscana e con 
					l'Ente Parco regionale delle Alpi Apuane, limitatamente ai 
					siti compresi nel parco regionale medesimo.
 La medesima norma ha attribuito la gestione del parco 
					archeologico in oggetto ad un Consorzio costituito dal 
					Ministero dell'ambiente, dal Ministero per i beni e le 
					attività culturali, dalla Regione Toscana, dagli enti locali 
					e dall'Ente Parco delle Alpi Apuane.
 
					
					
					Nel 2001 il Ministero 
					dell'Ambiente ha avviato l'iter istitutivo del parco e, in coordo con le amministrazioni interessate, ha individuato i 
					siti e i beni da inserire nel Parco, i relativi obiettivi di 
					tutela e valorizzazione e ha elaborato un primo schema del 
					decreto. 
					
					
					Il 19 marzo 2003, lo schema del 
					decreto è stato trasmesso alla Regione Toscana ai fini 
					dell'espressione dell'intesa.. La stessa Regione è stata 
					invitata ad acquisire il parere preventivo dei comuni 
					interessati. 
					
					
					Il 13 marzo 2003, la Regione 
					Toscana ha trasmesso copia della deliberazione del Consiglio 
					regionale n. 23 del 12 febbraio 2003, con l quale, avendo 
					acquisito i pareri favorevoli di tutti i comuni interessati, 
					ha raggiunto l'intesa sull'istituzione del Parco, chiedendo 
					di apportare allo schema di decreto alcuni adeguamenti che 
					sono stati accolti. 
					
					
					Successivamente, ci si è resi 
					conto della necessità di prevedere nel medesimo decreto gli 
					organi e le modalità di funzionamento del consorzio. 
					
					
					Infatti, la costituzione dei 
					parchi minerari previsti dall'art. 114 della legge n. 388 
					del 2000, al fine di conservare e valorizzare, anche per 
					finalità sociali e produttive, i siti e i beni dell'attività 
					mineraria con rilevante valore storico, culturale e 
					ambientale, rappresenta una novità rispetto alla vigente 
					legislazione in materia di parchi nazionali previsti dalla 
					legge n. 394 del 1991, "Legge quadro sulle aree protette". 
					
					
					L'estrema laconicità della 
					previsione di cui alla legge n. 388 del 2000, ha costretto, 
					fin qui, a ipotizzare soluzioni innovative non consolidate 
					da precedenti esempi e senza precisi riscontri normativi, 
					giurisprudenziali e dottrinali cui fare riferimento: in 
					particolare, la norma non fornisce indicazioni in ordine 
					alle modalità di costituzione dei Consorzi gestori, cui 
					compartecipano una molteplicità di soggetti istituzionali 
					sia centrali che periferici, nonché in ordine ai loro poteri 
					di azione e alle loro sfere di competenza né in merito 
					all'individuazione degli organi fondamentali, dei requisiti 
					e modalità di nomina dei titolari degli organi. 
					
					
					Conseguentemente, per i parchi 
					minerari già istituiti nel corso del 2002, ovvero il Parco 
					museo delle miniere dell'Amiata e il Parco tecnologico ed 
					archeologico delle Colline metallifere grossetane, non si è 
					ancora potuto provvedere alla costituzione dei Consorzi cui 
					il comma14 dell'articolo 114 della legge n. 388 del 2000, 
					affida la loro gestione: per entrambi questi Parchi si sta 
					procedendo in gestione provvisoria. 
					
					
					La necessità di introdurre 
					organismi di gestione provvisoria, non previsti al momento 
					da alcuna specifica norma, nonché la manifesta difficoltà di 
					concludere l'iter costitutivo dei Consorzi nei tempi 
					previsti dalla gestione provvisoria hanno reso 
					indispensabile una riconsiderazione complessiva ai fini di 
					un'opportuna chiarificazione normativa e procedurale che 
					assicuri il raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia e 
					valorizzazione previsti dalla legge n. 388 del 2000, 
					attraverso procedure e modalità certe. 
				Comunque, non appena verranno 
					superate le ultime questioni rimaste ancora sospese, si 
					procederà all'adozione del provvedimento.
 (15 dicembre 2004)
 
 
 
		 Interpellanza parlamentare n. 201251 
		al Ministro 
		dell'Ambiente e della tutela del territorio
 Primo firmatario: 
		On.le Elena Cordoni
 
 I 
		sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della 
		tutela del territorio, per sapere - premesso che:
 la legge n. 388 del 2000, all'articolo 114, commi 15 e 16, 
					prevede «al fine di conservare e valorizzare gli antichi 
					siti di escavazione ed i beni di rilevante testimonianza 
					storica, culturale ed ambientale connessi con l'attività 
					estrattiva», l'istituzione con decreto del Ministro per 
					l'ambiente, d'intesa con il Ministro per i beni e le 
					attività culturali e con la Regione Toscana, di alcuni 
					Parchi archeominerari, tra cui il Parco Archeologico delle 
					Alpi Apuane;
 le Soprintendenze territorialmente competenti caldeggiano da 
					tempo l'istituzione del Parco Archeologico delle Alpi 
					Apuane, avendo individuato nell'area interessata ben 28 siti 
					riguardanti cave storiche dismesse, «vie di lizza» ed 
					antichi edifici e laboratori, risalenti a varie epoche, a 
					partire dal I secolo a.C.;
 
					
					studi recenti, stimolati 
					proprio dall'annuncio dell'istituzione del Parco e 
					funzionali alla promozione immediata di azioni di tutela e 
					valorizzazione dei siti e dei beni archeologici, hanno 
					evidenziato l'esistenza di scaglie di lavorazione che 
					addirittura precedono la romanizzazione del territorio, 
					suffragando l'ipotesi storica di un impiego dei marmi apuo-versiliesi già in epoca etrusca; la Regione Toscana, con deliberazione n. 23 del 12 febbraio 
					2003 ha provveduto ad esprimere parere favorevole 
					all'istituzione del Parco Archeologico delle Alpi Apuane, 
					sentiti tutti i comuni interessati;
 tutte le Amministrazioni locali interessate, che comprendono 
					il Parco Regionale delle Alpi Apuane, le province di Massa 
					Carrara e di Lucca e i comuni di Carrara, Massa, Fivizzano, 
					Minucciano, Montignoso, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e 
					Vagli di Sotto, hanno aderito con grande favore alla 
					proposta di istituzione del Parco, cogliendo in essa una 
					importante occasione di valorizzazione culturale e turistica 
					dell'area;
 il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato 
					all'unanimità, il 5 novembre 2003, la mozione n. 665, con 
					l'intento di sollecitare ogni azione utile ad accelerare 
					l'istituzione del Parco Archeologico delle Alpi Apuane;
 l'Assessore Regionale all'Ambiente della Toscana, Tommaso Franci, ha scritto il 14 novembre 2003 al Ministro 
					dell'ambiente e della tutela del territorio, onorevole Matteoli, per conoscere quali imprevisti o problemi stessero 
					ritardando l'istituzione del Parco, senza ottenere, ad oggi, 
					alcuna risposta;
 l'11 dicembre 2003 gli Onorevoli Carlo Carli, Elena Cordoni 
					e Raffaella Mariani hanno presentato una interrogazione al 
					Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio per 
					sollecitare l'emanazione del decreto di istituzione del 
					Parco;
 il 3 aprile 2004 il Ministro dell'ambiente e della tutela 
					del territorio, in occasione di una visita all'Antro del Corchia, ha annunciato come imminente la firma del decreto 
					istitutivo del Parco Archeologico delle Alpi Apuane;
 il 6 aprile 2004, nella risposta in Commissione a tale 
					interrogazione, il rappresentante del Governo onorevole 
					Tortoli ha formulato una serie di osservazioni al testo 
					della legge n. 388 del 2000, giustificando il ritardo 
					nell'emanazione del decreto con alcune lacune legislative 
					che impedirebbero, di fatto, la costituzione del Consorzio 
					gestore del Parco secondo le previsioni del citato articolo 
					114 ed obbligherebbero il Ministero alla definizione di 
					organismi di gestione provvisoria, non meglio specificati;
 sulla base delle medesime disposizioni di legge, il 
					Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ha già 
					provveduto, senza rilevare alcuna difficoltà di ordine 
					normativo, ad istituire altri tre Parchi archeominerari di 
					cui uno in Sardegna, il Parco geominerario della Sardegna, e 
					due in Toscana, il Parco tecnologico ed archeologico delle 
					Colline Metallifere ed il Museo delle miniere dell'Amiata;
 in tali atti il Ministero dell'ambiente e della tutela del 
					territorio ha individuato procedure per l'individuazione 
					degli organi dei Consorzi di gestione del tutto simili a 
					quelle presenti nella bozza di decreto per l'istituzione del 
					Parco Archeologico delle Alpi Apuane già sottoposta 
					all'approvazione degli enti chiamati dalla legge n. 388 del 
					2000 ad esprimere il loro parere;
 secondo gli interpellanti, non esiste alcuna necessità di 
					organismi di gestione provvisoria del Parco Archeologico 
					delle Alpi Apuane poiché il Parco Regionale delle Alpi 
					Apuane, già individuato dallo stesso Ministero come naturale 
					depositario dei finanziamenti previsti dalla legge n. 388 
					del 2000, risulta perfettamente in grado di costituire un 
					efficace riferimento di temporaneo governo dell'area, come 
					peraltro già previsto nella bozza di decreto preparata dal 
					Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio;
 
					durante il mese di giugno 
					scorso, nella stampa locale, appariva una intervista del 
					Ministro dell'ambiente che annunciava il superamento dei 
					problemi e come imminente la firma del decreto -: se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 
					può confermare quanto dichiarato alla stampa circa il 
					superamento dei problemi e l'imminenza dell'emanazione del 
					decreto attuativo.
 
 (22 luglio 2004)
 
					  
 
					Parco: "Un sito da tutelare"
 
					Il Ministro all'Ambiente Altero Matteoli assicura l'impegno del 
		Governo 
		 
					nel valorizzare il complesso archeologico delle nostre Alpi 
					
					
					
 Carrara - Il Parco archeologico delle Alpi Apuane è vicino: lo assicura 
		il Ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. Che sull'attività estrattiva 
		pone precise condizioni: "Privilegiare la qualità sulla quantità". E 
		chiarisce: saranno 28 i siti da tutelare. Tra questi, le cave 
		michelangiolesche, quelle di Fossacava e del Bacchiotto, le vecchie 
		stazioni della Ferrovia marmifera.
 Interviene quindi il governo, in prima persona, per rassicurare sulla 
		realizzazione del tanto discusso Parco archeologico. Il progetto è 
		vecchio di quattro anni: al 2000 risale anche l'idea dell'istituzione di 
		parchi nell'Amiata e sulle colline metallifere della Toscana. Già 
		realizzati questi ultimi, orami resta solo da perimetrare la zona delle 
		Alpi Apuane. Poi quel programma di valorizzazione e tutela ambientale 
		relativo alla nostra regione potrà dirsi completato. A Carrara alcune 
		settimane fa, è stato l'Assessore regionale all'Ambiente, Tommaso Franci, 
		a chiarire: "Ci sono 750mila euro già pronti per dare il via al 
		progetto. Stiamo aspettando la firma del decreto nella Capitale".
 Le cave come bene non solo economico, 
		ma anche storico e paesaggistico, capaci di rappresentare, oggi, una 
		fetta importante per la provincia di Massa Carrara: parte da questo 
		assunto la realizzazione di un parco capace di "conservare e valorizzare 
		- come recitava la Finanziaria 2001 - antichi siti di escavazione e beni 
		di rilevante testimonianza storica, culturale e ambientale".
 Ecco quindi il Ministro dell'ambiente spiegare a che punto sia la 
		realizzazione del Parco archeologico delle Alpi Apuane. "Stiamo 
		arrivando alla conclusione dell'iter - afferma Matteoli - e spero che in 
		tempi brevi si potrà assistere alla realizzazione di questo parco che 
		costituisce un unicum nel panorama italiano. Esso dovrà infatti servire 
		a conservare e valorizzare gli antichi siti di escavazione, gli edifici 
		e laboratori risalenti a varie epoche e tutti i beni di rilevante 
		testimonianza storica e ambientale connessi con l'attività estrattiva, a 
		dimostrazione che quella del marmo è una vera e propria cultura da 
		preservare in una logica di rispetto del territorio, ma anche 
		dell'economia locale. Questo parco, come qualsiasi altro, deve essere 
		fruibile ai cittadini e diventare un elemento qualificante del 
		territorio. In tutta Italia i parchi stanno portando reddito ed 
		occupazione, nella mia nuova visione che li vuole come volano delle 
		economie locali. Non sarà certamente diverso per il Parco archeologico 
		delle Alpi Apuane".
 
 
		Ma cosa, in concreto, si andrà a 
		proteggere?"Abbiamo individuato con il Ministero dei Beni culturali e la Regione - 
		chiarisce Matteoli - 28 siti da tutelare, che naturalmente potranno 
		accrescersi. Si va dalle cave romane come quella di Fossacava e del 
		Bacchiotto, alle cave michelangiolesche di Trambiserra, alle cave delle 
		brecce medicee fino alle "vie di lizza" e alle stazioni della Ferrovia 
		marmifera. Si tratta di siti da conservare e valorizzare a fini 
		ambientali, culturali, scientifici e turistici. Il parco servirà anche a 
		valorizzare i lapidei apuani attraverso la promozione della qualità dei 
		lapidei scavati".
 Sono in tanti a domandarsi, a questo punto, quanto sarà possibile 
		rendere compatibili le attività estrattive con i fini della tutela e 
		della salvaguardia del Parco delle Alpi Apuane?
 "Far morire l'industria del marmo - risponde loro il Ministro - 
		significa perdere definitivamente un pezzo di storia. Sono convinto che 
		l'attività di cava può e deve continuare, tenendo però conto che i tempi 
		sono diversi rispetto al passato. L'attività estrattiva deve essere 
		diretta verso lo sfruttamento di vene valide e usando le tecnologie più 
		moderne che permettono di arrivare al marmo senza demolire la montagna. 
		Si deve privilegiare la qualità sulla quantità. In questo modo si 
		preserva un'attività che, come ho detto, è anche cultura; si crea 
		ricchezza e non si distruggono ambiente e paesaggio".
 
 da La Nazione, Cronaca di Carrara
 (11 
		giugno 2004)
 
 
		Parco archeologico delle Alpi Apuane: un anno trascorso 
		inutilmente
 
		Si presentano oggi – 
		28 maggio 2004 – gli Atti di “Ante et post Lunam: splendore e 
		ricchezza dei marmi apuani. I – l’evo antico”, nella stessa sede e 
		ad un anno quasi esatto dallo svolgimento del Convegno omonimo.Dunque, impegno editoriale rispettato ed 
		obiettivo culturale raggiunto.
 Purtroppo, la stessa cosa non può essere detta per l’istituzione del ‘Parco 
		archeologico delle Alpi Apuane’, a cui il Convegno e gli Atti citati 
		dovevano servire come strumenti di approfondimento scientifico e come 
		repertorio di temi portanti ed argomenti prioritari, da tradurre in 
		immediate azioni di tutela e valorizzazione per i siti e i beni 
		archeologici, al primo apparire dello stesso ‘Parco’. Non a caso, 
		nel frontespizio degli Atti e così pure negli interventi introduttivi al 
		Convegno è stato reso esplicito e ribadito più volte il fine prioritario 
		di voler concorrere all’istituzione del ‘Parco archeologico delle 
		Alpi Apuane’, in termini eminentemente culturali.
 Il Convegno del 6 giugno 2003 – di cui presentiamo oggi gli Atti – ha 
		seguito di poco l’ultimo atto amministrativo efficace ed utile, per non 
		dire cogente, a favore del ‘Parco archeologico’: la deliberazione 
		del Consiglio Regionale della Toscana n. 23 del 12 febbraio 2003, che 
		definiva l’intesa obbligatoria per l’istituzione del ‘Parco’, 
		dopo aver raccolto il parere favorevole di tutti i Comuni interessati. 
		Passate poi le carte ai Ministeri competenti – ‘Ambiente e tutela del territorio’ e ‘Beni ed attività culturali’ – il decreto istitutivo non è 
		riuscito a prendere corpo, nonostante che la bozza di articolato fosse 
		stata predisposta addirittura dalla primavera del 2001, ben valutata 
		dalle Soprintendenze competenti e soprattutto condivisa da Comuni 
		interessati e Regione Toscana.
 E così ci troviamo oggi, ad un anno (e più) di tempo inutilmente 
		trascorso, senza nessun concreto passo in avanti, se si eccettua una 
		nota del Direttore generale del Servizio Conservazione della Natura del 
		Ministero dell’Ambiente, datata 22 aprile 2003, in cui comunicava una 
		modifica sulla bozza di decreto istitutivo, introdotta a Roma, con il 
		passaggio della presidenza della Commissione Statuto e Regolamento 
		contabilità, dal Presidente dell’Ente Parco Regionale delle Alpi Apuane 
		ad un rappresentante dei Ministeri dell’Ambiente e della tutela del 
		territorio e per i Beni e le attività culturali.
 Già il 5 novembre 2003, di fronte ad una situazione perdurante di stallo 
		– che non trovava alcuna motivazione espressa – il Consiglio Regionale 
		della Toscana ha approvato con voto unanime la mozione n. 665 (a seguito 
		di specifica iniziativa della V Commissione consiliare), invitando la 
		Giunta Regionale a “promuovere tutte quelle iniziative che riterrà 
		più idonee al fine di sollecitare i competenti Ministri dell’Ambiente e 
		della tutela del territorio e per i Beni e le attività culturali, alla 
		firma del decreto di istituzione del Parco archeologico delle Alpi 
		Apuane”.
 Il 14 novembre 2003, l’Assessore Regionale all’Ambiente, Tommaso Franci, 
		ha chiesto dunque al Ministro on.le Matteoli – in forza del mandato 
		consiliare – di essere informato “in merito agli imprevisti e/o 
		problemi che ritardano il completamento della procedura istitutiva e, 
		qualora questi non fossero presenti, i tempi previsti per l’emanazione 
		del decreto stesso”.
 Questa lettera non ha ancora avuto risposta.
 L’11 dicembre 2003, i parlamentari On.li Carlo Carli, Elena Cordoni e 
		Raffaella Mariani presentavano una circostanziata interrogazione al 
		Ministro dell’Ambiente, ricordando l’importanza delle testimonianze 
		archeologiche, storiche ed artistiche presenti nel territorio, nonché 
		l’iter corretto e regolare seguito, in sede locale e regionale, per 
		l’istituzione del ‘Parco archeologico’. L’interrogazione – assai 
		articolata – chiedeva in conclusione “se il Governo non ritenga 
		opportuno emanare quanto prima il decreto attuativo, dando corso alla 
		legge 388/2000 i cui finanziamenti rischiano altrimenti di andare 
		perduti”.
 La risposta all’interrogazione veniva data lo scorso 6 aprile, in sede 
		di VIII Commissione parlamentare della Camera dei Deputati, con 
		l’intervento del Sottosegretario di Stato, on.le Roberto Tortoli. Nel 
		testo reso pubblico si trovano le motivazioni addotte per spiegare la 
		mancata emanazione del decreto istitutivo, dopo una precisa e puntuale 
		ricostruzione dell’iter amministrativo seguito fino ad oggi. In sintesi, 
		i Ministeri competenti non avrebbero potuto istituire il ‘Parco 
		archeologico delle Alpi Apuane’, sia per i limiti e la laconicità 
		delle norme contenute nell’art. 114 della 388/’00 (in cui si trova la 
		sua previsione di legge), sia per carenze nella bozza del decreto 
		istitutivo, elaborata già nella primavera del 2001 ed oggetto 
		dell’intesa tra enti locali e Regione Toscana.
 In particolare, per i due Ministeri le questioni ancora da risolvere 
		sarebbero:
 a) la novità legislativa di un parco archeominerario rispetto alla L. 394/’91 “Legge quadro sulle aree 
		protette”;
 b) la 
		mancanza di indicazioni nella L. 388/’00 in merito alle modalità di 
		costituzione di un Consorzio gestore di un parco archeominerario; 
		all’eterogeneità dei soggetti istituzionali, centrali e periferici, che 
		vi partecipano, con la distinzione dei loro poteri d’azione e le sfere 
		di competenza; all’individuazione degli organi fondamentali del 
		Consorzio gestore e le modalità di nomina dei titolari degli organi;
 c) la 
		necessità di introdurre, nella bozza di decreto istitutivo, organismi di 
		gestione provvisoria, fino alla costituzione del Consorzio, poiché “non 
		previsti al momento da alcuna specifica norma”, nonché “la 
		manifesta difficoltà di concludere l’iter costitutivo dei Consorzi nei 
		tempi previsti dalla gestione provvisoria”.
 In definitiva, tutte queste carenze e limiti – secondo l’on.le Tortoli – 
		“hanno reso indispensabile una riconsiderazione complessiva ai fini 
		di un’opportuna chiarificazione normativa e procedurale che assicuri il 
		raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione previsti 
		dalla legge 388/2000 attraverso procedure e modalità certe”. In 
		altre parole, tutto è sospeso in attesa di ulteriori provvedimenti 
		legislativi, che –  per altro – nessuno si è ancora impegnato a proporre 
		e presentare.
 Non è dato sapere se le motivazioni offerte dalla risposta 
		all’interrogazione siano le uniche e le più importanti. Tuttavia, nel 
		prenderne atto non si può fare a meno di rilevare contraddizioni e 
		disparità di trattamento rispetto ad altri analoghi casi portati a 
		termine da parte dei medesimi responsabili dei Ministeri interessati.
 In effetti:
 a) l’art. 114 della L. 23 dicembre 2000, 
		n. 388 prevede l’istituzione, con modalità simili, non soltanto del ‘Parco 
		archeologico delle Alpi Apuane’ (ai commi 15 e 16), ma pure di altri 
		tre parchi archeominerari, quali il ‘geominerario della Sardegna’ 
		(comma 10), il ‘tecnologico ed archeologico delle colline metallifere’ 
		(comma 14) e il ‘museo delle miniere dell’Amiata’ (ancora comma 
		14);
 l’attuale Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio, d’intesa 
		con l’attuale collega per i Beni e le attività culturali, ha da tempo 
		firmato i decreti istitutivi degli altri tre parchi archeominerari; in 
		data 16 ottobre 2001 quello della Sardegna e in data 28 febbraio 2002 
		l’Amiata e le Colline metallifere grossetane;
 b) a differenza del ‘Parco archeologico delle Alpi Apuane’ 
		rimasto “al palo”, l’istituzione degli altri tre parchi archeominerari è 
		avvenuta regolarmente e da tempo, nonostante che la stessa L. 388/’00 
		rappresenti anche per loro una novità rispetto alla 394/’91, oltre a non 
		indicare, pure in questi casi, le modalità di costituzione dei 
		rispettivi Consorzi. Inoltre, si determina anche qui la solita 
		eterogeneità dei soggetti istituzionali, centrali e periferici, che vi 
		partecipano, senza distinzione dei loro poteri d’azione e sfere di 
		competenza e non è prevista neppure l’individuazione degli organi 
		fondamentali dei Consorzi gestori, con  le modalità di nomina dei 
		titolari degli organi;
 c) nello specifico degli altri due parchi archeominerari toscani, i 
		decreti istitutivi sono del tutto simili alla bozza predisposta per il
		‘Parco archeologico delle Alpi Apuane’, riportando spesso 
		le medesime formule ed espressioni giuridiche, come – ad esempio – per 
		l’individuazione degli organi del Consorzio di gestione, la cosa è 
		sempre demandata allo statuto e non definita in sede di decretazione;
 d) non vi è poi alcuna “necessità d’introdurre organismi di gestione 
		provvisoria” del ‘Parco archeologico delle Alpi Apuane’, 
		poiché la bozza di decreto ha attribuito chiaramente questa 
		funzione-ponte al Parco Regionale delle Alpi Apuane – [e come la stessa 
		risposta all’interrogazione riconosce poi nella sua parte finale, in 
		contrasto con l’assunto iniziale] –  tenuto debito conto che l’Ente 
		Parco gestisce gran parte del medesimo territorio e dunque conosce la 
		realtà ambientale e paesaggistica, d’ambito interprovinciale, meglio di 
		qualsiasi altro soggetto, soprattutto se di neo-istituzione;
 e) rimane infine non intelligibile la giustificazione della “la 
		manifesta difficoltà di concludere l’iter costitutivo dei Consorzi nei 
		tempi previsti dalla gestione provvisoria”, poiché né la legge, né 
		la bozza di decreto istitutivo pongono termini temporali agli atti 
		costitutivi.
 Va infine ricordato che, tre giorni prima della risposta in Commissione 
		parlamentare, il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio – 
		on.le Altero Matteoli – durante una visita all’Antro del Corchia, ha 
		informato spontaneamente i numerosi presenti della sua imminente firma 
		del decreto istitutivo del ‘Parco archeologico delle Alpi Apuane’, 
		senza essere sollecitato a farlo, dando impressione di adempiere ad un 
		atto condiviso e non solo dovuto.
 Tre giorni dopo però, l’on.le Tortoli era di ben altro avviso…
 
 (28 maggio 2004)
 
 
		
		
		Parco archeologico
      delle Apuane, l’allarme di Franci
 "Non ancora emanato il decreto istitutivo, a rischio una
      grande opportunità"
 L’Assessore
      regionale sollecita il Ministro Matteoli
 
 La Regione Toscana è preoccupata per i ritardi nell'istituzione del Parco
      archeologico delle Apuane, che rischiano di vanificare una grande
      opportunità per tutto il territorio interessato. Per questo l'assessore
      all'ambiente Tommaso Franci ha sollecitato formalmente il ministro Matteoli perché quanto prima sia emanato il decreto istitutivo.
      "Un'iniziativa - spiega l'assessore - presa anche a nome degli enti
      locali, nella convinzione che il Parco archeologico rappresenta una grande
      opportunità per la valorizzazione dell’intero territorio apuano, appena
      saranno attuati i necessari interventi per la conservazione, il recupero e
      la fruizione".
 Il progetto del Parco
      Archeologico delle Alpi Apuane, previsto dalla finanziaria 2001, è stato
      infatti accolto con favore e con grandi aspettative da parte di tutte le
      amministrazioni locali interessate (province di Lucca e di Massa Carrara,
      parco regionale delle Alpi Apuane, comuni di Carrara, Massa, Fivizzano,
      Minucciano, Montignoso, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Vagli di
      Sotto). Fin dallo scorso mese di  febbraio
      la Regione ha espresso parere positivo alla sua istituzione. Manca però
      l’ultimo atto necessario alla sua nascita, il decreto istitutivo.
 Cresce dunque la preoccupazione per i ritardi nell’avvio di una nuova
      realtà a cui sarà affidata la funzione di recuperare, conservare e
      valorizzare a fini ambientali, culturali, scientifici e turistici i siti
      ed i beni archeologici, le cave storiche, le testimonianze ed i beni
      culturali connessi all’attività estrattiva attuata nel corso dei secoli
      sulle Alpi Apuane.
 A tale scopo Ministero, Regione, Soprintendenza ai beni archeologici ed
      enti locali hanno individuato 28 siti riguardanti cave storiche dismesse,
      “vie di lizza” e antichi edifici e laboratori risalenti a varie
      epoche, a partire dal I secolo a. C. e dall’età imperiale 
      (cava romana di “Fossacava” e cava romana del “Bacchiotto”
      in comune di Carrara) fino agli anni ’50.
 Si tratta di un patrimonio storico-culturale di grande valore, utilizzato
      a suo tempo per grandi opere, come la Colonna Traiana, ed anche dai grandi
      artisti che erano soliti scegliere sulle Apuane i marmi per le loro opere
      di scultura ed architettura, fra cui Michelangelo Buonarroti,  Bartolomeo Ammannati, Giambologna, Giorgio Vasari fino ad Henry Moore, Giò Pomodoro, Giuliano Vangi ed altri scultori
      contemporanei.
 
 com/pc
 dal sito della Giunta Regionale Toscana
 (15 novembre 2003)
 
 
	
		Verso
      il Parco Archeologico delle Alpi Apuane
 La V
      Commissione ritiene l’istituzione del Parco
 un passo importante per la
      valorizzazione culturale del territorio
 
 Firenze
      – Levigliani di Stazzema andata e ritorno. La V Commissione “Attività
      Culturali e Turismo” del Consiglio regionale, dopo aver visitato
      l’Antro del Corchia ed incontrato le istituzioni locali del territorio lucchese, ha fatto proprie le istanze emerse nella seduta dello scorso 14
      ottobre – presieduta dalla Vicepresidente Giuliana Baudone (Alleanza
      Nazionale) - formulando un’apposita mozione. “Il Consiglio regionale
      invita la Giunta regionale a promuovere tutte quelle iniziative che riterrà
      più idonee – recita l’atto – per sollecitare i competenti Ministri
      dell’ambiente e della tutela del territorio e per i beni e le attività
      culturali alla firma del decreto di istituzione del Parco Archeologico
      delle Alpi Apuane”. La V Commissione ha licenziato all’unanimità la
      mozione, che andrà all’ordine del giorno della prossima seduta
      consiliare. La seduta di commissione ha spaziato dalla valorizzazione e
      promozione turistica e culturale fino al sostegno della piccola editoria
      toscana. “Dopo le audizioni su due proposte di legge sull’argomento,
      una di iniziativa del consigliere Banchi (Unione dei democratici cristiani
      e di centro) e l’altra dei consiglieri Ghelli e Frosini (Comunisti
      italiani), oggi iniziamo il lavoro, già annunciato, per arrivare ad
      un’unica proposta di legge – ha sottolineato la Presidente Lucia Franchini (La Margherita) – il testo terrà conto di tutte le
      osservazioni emerse, per rispondere alle esigenze della piccola
      editoria”.
 
 com/ps
 dal sito della Giunta Regionale Toscana
 (30 ottobre 2003)
 
 
 
		
		 Parco archeologico delle Alpi Apuane e cave di marmo
      attive
      
      	
		 
 In merito alla
      questione Parco archeologico delle Alpi Apuane e cave di marmo
      attive, la cui eco è apparsa sui quotidiani locali, in lettere
      inviate a varie istituzioni e perfino in interventi pubblici, ad opera
      principalmente delle Associazioni degli Industriali delle Province di
      Lucca e di Massa, si specifica quanto segue:
 a) poco dopo l’entrata in vigore della L. n. 388/00, entro cui è
      prevista l’istituzione del Parco archeologico, si sono svolte diverse
      riunioni tra i soggetti interessati, anche a Roma presso il Ministero
      competente, dove il problema è stato posto immediatamente in primo piano.
      In particolare, l’on.le Carlo Carli, allora sottosegretario ai beni e
      alle attività culturali, ha richiesto espressamente di evitare qualsiasi
      sovrapposizione ed interferenza tra siti e beni d’interesse archeologico
      e cave di marmo in attività;
 b) sulla base di questa indicazione, da tutti condivisa, è stata
      operata l’individuazione dei siti e dei beni del Parco archeologico. In
      effetti, tra i criteri utilizzati (cfr. gli atti allegati alla proposta di
      decreto), si legge letteralmente: “si è evitato di stabilire
      sovrapposizioni ed interferenze dirette con le attività estrattive in
      esercizio”;
 c) in particolare, l’individuazione dei siti e beni, contraddistinti
      nel decreto istitutivo dal n. 1 al n. 8 compresi, trovandosi gli stessi al
      di fuori delle competenze del Parco Regionale delle Alpi Apuane, è stata
      operata a cura del comune di Carrara, con la diretta responsabilità del
      loro “Ufficio del Marmo”, che ha verificato puntualmente il criterio
      della “non sovrapposizione”;
 d) inoltre, l’individuazione dei siti e dei beni, contraddistinti
      nel decreto istitutivo dal n. 9 al n. 28 compresi, è avvenuta con il
      concorso dei comuni interessati e soprattutto del Parco Regionale, tenendo
      conto che gli Uffici tecnici dell’area protetta conoscono in modo
      analitico la situazione delle cave in attività, sia per le competenze autorizzative, sia per quelle pianificatorie assegnate e gestite;
 e) se una critica è stata mossa nei confronti della prima
      individuazione di siti e di beni, non è certo quella di aver voluto
      proporre un elenco esaustivo, anche perché il limite della “non
      sovrapposizione” sulle cave in attività ha fatto sentire il proprio
      peso e ha di fatto escluso alcune aree dalla possibile scelta;
 f) l’individuazione dei beni e dei siti – a norma di legge – non
      prevede una perimetrazione di dettaglio, ma soltanto un’indicazione
      toponomastica nell’allegato “B” del decreto e un’individuazione di
      massima, con simbolo grafico, su cartografia in scala 1:50.000. Le
      eventuali incertezze di limite tra bene o sito considerati e attività di
      cava in esercizio, prossima o contigua allo stesso bene o sito, sono
      risolte dal principio informatore della “non sovrapposizione” che ha
      retto ed orientato la scelta. In altre parole, sono sempre fatte salve le
      attività in essere.
 In conclusione, il
      problema della interferenza e sovrapposizione tra Parco archeologico e
      cave di marmo in attività non esiste e chi lo ha sollevato probabilmente
      lo ha fatto per cattiva conoscenza dei luoghi o per difetto
      d’informazione.
 Si invitano soprattutto le Associazioni Industriali di Lucca e Massa-Carrara ad abbandonare la via della polemica strumentale e a
      meditare con attenzione la portata e le ricadute future di un’iniziativa
      culturale come questa, che reca valore aggiunto al territorio delle Alpi
      Apuane e soprattutto all’attività estrattiva, poiché ne celebra
      l’importanza storica, valorizzando il paesaggio minerario delle cave e
      il primato di materiali lapidei unici.
 
	 
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